Politica

Tragicomica sanità calabrese: odissea senza fine

Nel recente rapporto CREA Sanità 2024, la Calabria è riuscita a distinguersi, ma purtroppo

non per i motivi giusti. Questa regione italiana si conferma un caso di studio su come NON

gestire la sanità pubblica. Vediamo alcuni dati che dipingono un quadro tutt’altro che

rassicurante, rivelando un divario imbarazzante rispetto al resto del paese.

Tempi di attesa per prestazioni sanitarie:

In Calabria, i tempi di attesa per interventi chirurgici elettivi raggiungono i 90 giorni, mentre

la media nazionale si attesta a 45 giorni. Per le visite specialistiche, i calabresi devono

aspettare oltre 60 giorni, contro i 30 giorni del resto d’Italia. Se avete bisogno di cure

urgenti, è meglio portarsi un cuscino e una coperta perché l’attesa sarà lunga.

Accesso ai servizi di emergenza

:

I pazienti calabresi aspettano mediamente 90 minuti in pronto soccorso prima di essere

visitati, rispetto ai 45 minuti della media nazionale. E la disponibilità di posti letto in terapia

intensiva è inferiore del 30% rispetto alla media. Quindi, se avete un’emergenza in

Calabria, portate anche una buona dose di pazienza… e magari un panino.

Tasso di migrazione sanitaria

:

Circa il 15% dei pazienti calabresi preferisce farsi curare in altre regioni, un dato

significativamente superiore alla media nazionale del 5%. È come se la Calabria dicesse

ai suoi cittadini: “Per una buona salute, viaggiate!”. Non sorprende che ci sia una così alta

domanda di mappe stradali dettagliate verso ospedali di altre regioni.

Carenza di personale sanitario:

La Calabria ha 2,5 medici ogni 1.000 abitanti, rispetto ai 3,8 della media nazionale. Quanto

agli infermieri, la regione ne conta 3,8 per 1.000 abitanti, contro i 6,1 del resto d’Italia. Qui,

i medici e gli infermieri sono trattati come specie in via di estinzione, degni di essere

protetti e ammirati da lontano.

Efficienza nella spesa sanitaria

:

La spesa sanitaria pro capite in Calabria è di 1.800 euro, ben al di sotto della media

nazionale di 2.500 euro. La regione destina il 70% del budget alla gestione ospedaliera,

lasciando poche risorse per i servizi territoriali e la prevenzione. È come se il budget

sanitario fosse gestito con la stessa cura e precisione di un elefante in un negozio di

cristalli.

Esiti di salute

:

Il tasso di mortalità infantile in Calabria è di 4,5 per 1000 nati vivi, superiore alla media

nazionale di 3,0. L’aspettativa di vita alla nascita è di 81 anni, contro gli 83 anni della

media nazionale. Sembra che i calabresi debbano affrontare una maratona della vita con

scarpe scomode e piene di buche sul percorso.

Questi dati rivelano un sistema sanitario in crisi profonda, che richiede interventi urgenti e

radicali. La responsabilità di migliorare questa situazione è di tutti, politica e l’attuale

Commissario Governativo nonché Presidente di Regione in primis. È ora di abbandonare

le soluzioni antiquate e le “sirene” comunicative e abbracciare idee completamente nuove.

O, forse, possiamo solo sperare che la telemedicina avanzi così velocemente da abbattere

finalmente la necessità di realizzare nuovi ospedali, di investire di più nella prevenzione, di

ridurre la migrazione sanitaria e così via.

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