Bene i ballottaggi, le politiche sono un’altra cosa
L’Italia delle 100 “Italie” consegna al csx un risultato ottimo. Dai capoluoghi di regione a
quelli di provincia.
Con due città che meritano una riflessione particolare: Perugia e Campobasso.
La “caduta” del capoluogo umbro aprì un percorso di “contendibilita’” delle cittadine rosse,
che poi si estese alle regioni (Umbria e Marche) sino a fare tremare l’Emilia Romagna.
Il voto di ieri, anche per la neo sindaca perugina ed il profilo della coalizione, può aprire
una nuova fase. Campobasso è il capoluogo che più di tutti rappresenta l’Italia profonda,
rurale, non da Ztl per intenderci: vincere questa città è un fatto che va studiato nel
profondo (sempre che qualcuno abbia il tempo e la voglia di farlo). In ambedue i casi
vincono due donne.
L’altro dato da non sottovalutare è tutto calabrese.Vibo Valentia strappata alla destra dopo
circa un ventennio e Corigliano Rossano confermata ad un civico di csx, ma stavolta col
PD in coalizione, sono il segno che il paziente lavoro di rigenerazione del partito in
Calabria, condotto dal basso, inizia a dare i suoi frutti e ad indicare la via della possibile
alternativa ad Occhiuto (che tanto si è speso per vincere senza riuscirvi).
Tuttavia, l’enorme astensione, che si conferma oltre la metà degli aventi diritto al voto e si
allarga addirittura in competizioni amministrative, dovrebbe fare riflettere. La questione, è
evidente, non riguarda il tipo di elezione (politica o comunale) ma il rapporto di fiducia e di
rappresentanza, la sintonia tra il popolo e la politica. Al di là del “raglio” di La Russa sui
ballottaggi.
Adesso, però, i gruppi dirigenti del PD e delle forze di opposizione alla Meloni non devono
cadere in facili entusiasmi. La storia del nostro Paese è piena di vittorie comunali e
regionali e di sconfitte alle politiche. Da Rutelli, Illy, Veltroni, Bassolino, ecc, non si è poi
passati ad una vittoria stabile e netta del csx alle politiche.
Perché? Ecco, trovare una risposta a questo quesito dev’essere il rovello di chi vuole
ambire a governare l’Italia dopo Meloni. Si apra una discussione, una riflessione profonda
per costruire una reale alternativa alla destra, che sia politica e sociale, culturale e
nazionale.
Si coinvolgano i soggetti sociali, le forze imprenditoriali, si vada davvero a comprendere la
rabbia di esclusi, precari e non garantiti. Si costruisca un progetto inclusivo e capace di
dare risposte alle tante domande.
Vi è tanta strada da fare, si faccia con umiltà, passione e generosità.
Magari così si potrà arrivare….
Geronimo