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Calderoli regala al paese il quadro dipinto dagli oligarchi della sinistra che oggi si indignano

La riforma del titolo V della Costituzione è la madre dell’autonomia differenziata ed è l’origine di

centinaia e centinaia di ricorsi davanti l’Alta Corte, per dirimere il contenzioso Stato – Regioni,

ingigantitosi a seguito della riforma.

La modifica costituzionale si consumò a cavallo tra i governi D’Alema ed Amato con la presenza di

un calabrese illustre, il Ministro degli affari regionali, Agazio Loiero.

Presumibilmente, tutti i protagonisti di quella scellerata stagione, ad eccezione di Amato troppo

raffinato per andare in piazza, avranno presenziato alla manifestazione contro la divisione

dell’Italia, per piangere sul latte versato. Calderoli, alla fine, è stato solo il braccio operativo delle

grandi menti del centrosinistra che immaginavano con quella riforma di conquistare il Nord e

governare all’infinito l’Italia. Alcuni di quei protagonisti, oggi, si stracciano le vesti e, invece di

assumersi le responsabilità, balbettano che la finalità della riforma era diversa da quella oggi in

vigore per averne il centrodestra stravolto lo spirito, ecc., ecc..

Quella di riforma fu devastante per due motivi:

a) il centrosinistra si arrogò il diritto di modificare la Costituzione a colpi di maggioranza, non fa

male ricordare ai tanti farisei che imperversano e danno lezioni che il centrodestra votò contro e,

dunque, nell’occasione la supponenza, l’arroganza, la superiorità culturale e morale della sinistra

stabilì un principio chiaro: chi ha i numeri può modificare la Costituzione.

b) la Lega voleva chiaramente di più: questo è stato uno dei motivi per cui in tanti anni di governo

del centrodestra non è stata mai proposta una legge come quella approvata ieri. Alla fine si è

accontentata del testo Calderoli che, seppur dentista, è un profondo conoscitore della tecnica

legislativa, allestendo una legge che ha utilizzato tutti i varchi, e sono tanti, che la riforma del titolo

V consentiva.

Non illuda la piazza di ieri sera. Era una piazza di Roma, quindi piena di centinaia di parlamentari e

di addetti ai lavori, oltre che di qualche cittadino. Una piazza che forse un giorno vincerà le elezioni

ma che avrà sempre e comunque difficoltà a governare il paese.

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