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Qualcuno spieghi alla Schlein che è segretaria del PD e non capo di un movimento studentesco o di un club

partito democratico è l’erede, o la sintesi, di tre lunghe e consolidate tradizioni politiche, quelle della Democrazia Cristiana, del Partito Comunista, del Partito Socialista (nell’ordine di importanza politica che ognuno di essi assumeva durante la “Prima Repubblica”); tradizioni riferibili a regole organizzative, a principi caratterizzanti, a ruoli interni differenti da partito a partito. Quelle tradizioni sono state messe da parte anche per quel che concerne la eleggibilità alle cariche interne del PD. Cosicché, l’attuale segretaria è stata eletta ribaltando ogni regola e ogni consuetudini su cui si fondava l’organizzazione intenza dei singoli partiti che oggi compongono il PD, al punto che, alla sua elezione hanno potuto concorrere, come elettori, non solo gli iscritti, ma, anche i non iscritti al partito. Suona, ciò considerato, veramente stranala dichiarazione pubblicata stamattina sul quotidiano “ilmessaggero”, di Elly Schlein con cui notificare ai suoi: “mi avete chiamato per cambiare il partito, se non me lo farete fare me ne andrò”. Una reazione che nessuno avrebbe immaginato potesse venire da una persona che al PD si è iscritta dopo che è stata eletta segretario.Ciò perché il PD, in occasione dell’ultimo congresso, ha abbandonato ogni regola organizzativa, politica e di rappresentanza, consentendo la scalata all’ultimo arrivato. Nei partiti importanti, dalle tradizioni consolidate come lo è il PD, invece, bisognalavorare anni,contribuire con le proprie idee e con il proprio lavoro per poi poter accedere agli incarichi politici. Purtroppo la scelta della Schlein ha portato a un cambiamento anche dei i requisiti necessari a diventare un buon Segretario. Cambiando così le prassi a tutti i livelli, dal segretario di sezione o circolo al segretario nazionale. Viviamo uno sbandamento assoluto, una confusione tragica, ridotti, al traino di Giuseppe Conte e del suo movimento cinque stelle dal quale è difficile, oggi, per come si sono messe le cose, uscire.

Domenico Francesco Richichi dirigente regionale PD Calabria

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