Politica

Reggio: il Presidente della Camera di Commercio vuole creare un nuovo soggetto politico?

A Reggio Calabria, da qualche mese, si sussurra di una iniziativa “politica”, riconducibile al Presidente della Camera di Commercio, Tramontana. Al riguardo Ninni Tramontana ha sempre nicchiato con gli addetti ai lavori, non ha mai smentito ma ha sempre sopito. Oggi, i sussurri sono diventati boatos, ma il Presidente continua a smorzare i toni anche se fa un passo avanti. Parla di un contenitore che si sta formando per attirare le energie positive che ci sono in città.C’è un vecchio detto, mirabilmente riproposto nel film “Baarìa”: in politica quando una notizia èconosciuta da due persone, la conoscono già in troppi e poi viene condivisa da tutti. Aggiungiamo che, spesso si verifica un fenomeno tipico reggino, quello del “cu cunta menti a ggiunta” e la notizia viene amplificata in maniera deformata, diventando pettegolezzo benevolo o malevolo. Ora sembra che, a breve, questa idea dovrebbe prendere una forma quasi ufficiale.Noi consigliamo al Presidente Tramontana, se realmente c’è qualcosa di vero, di renderla pubblica al più presto per due motivi: la trasparenza e, soprattutto, per non correreil rischio di allontanare piuttosto che avvicinare la gente. Le discussioni private, se non hanno uno sbocco, spesso sfiancano gli interlocutori e li allontano invece di coinvolgerli.

Certo, bisogna avere idee chiare, percorsi definiti e sapere che serve un impegno straordinario per mettere in piede e far funzionare un contenitore che potremmo definire, usando un termine oggi desueto, pre-politico Un contenitore che dovrà, prima o poi, misurarsi con l’elettorato e, quindi, diventare politico. L’idea, sicuramente non originale, è comunque interessante e potrebbe trovare uno spazio considerevole in una città dove, per motivi diversi, i partiti politici sono ingessati, autoreferenziali, personalizzati e prigionieri di un dibattito vuoto e sterile. L’iniziativa di Tramontana, se effettivamente esiste, deve avere la forza culturale di colmare il deficit politico e progettuale dei partiti, altrimenti rischia di essere un mero “sostituismo” dall’incerto avvenire.

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