Il Comune di Reggio Calabria riceve due schiafffi Uno dalla Citta’ Metropolitana e l’altro dalla soprintendenza
Il Comune di Reggio ha ricevuto in poco tempo due sonori schiaffi.
Il primo dalla Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio di Reggio Calabria che ha esteso il vincolo paesaggistico a mezza città, come ha scritto sul vostro blog Antace. Il funzionario ministeriale giustifica il provvedimento assunto, tra l’altro, con l’inadeguatezza degli apparati normativi esistenti. Dice sostanzialmente che le norme comunali e, quindi anche il suo apparato, non garantiscono le giuste tutele e, pertanto, si rende necessario sostituirsi all’ente nel controllo del territorio.
Il secondo schiaffo arriva dalla Città metropolitana di Reggio Calabria. Semplificando estremamente, il piano strutturale comunale è lo strumento di pianificazione urbanistica che innova il più noto piano regolatore. Nei giorni scorsi l’ufficio tecnico metropolitano ha espresso parere negativo su alcune parti del PSC, approvato a fine dicembre dal consiglio comunale della città reggina. Questo fa temere che l’inadeguatezza delle norme, così come rappresentato dalla soprintendenza, lascerebbe il passo al più preoccupante vuoto normativo derivante dalla bocciatura di quell’atto. In poche parole: quali sarebbero attualmente le norme da applicare? Se domani mattina un cittadino avesse necessità di presentare una istanza urbanistica a quale norma comunale dovrebbe fare riferimento?
L’amministrazione comunale non può rimanere inerte e l’assessore all’urbanistica deve agire subito. Il problema va affrontato e risolto tempestivamente per non creare instabilità alla programmazione imprenditoriale e incertezze nei cittadini, in un settore strategico come l’edilizia. L’amministrazione deve assumere con chiarezza, nell’ambito dei suoi poteri e della sua autonomia, una posizione chiara, qualunque essa sia.
Del resto ha esaurito le guance da porgere e, se non si dovesse provvedere, il terzo grosso schiaffone colpirà quelle dei cittadini.
ATOS
