CronacaPolitica

Nel Consiglio regionale della Calabria nessun massone.

Il Grande Oriente di Italia si appresta a proclamare come guida un calabrese. L’elezione, per una manciata di voti, è stata molto contestata e rischia di spaccare la più importante e numerosa obbedienza massonica italiana. Per i massoni calabresi però è un risultato significativo. Contemporaneamente, emerge un altro dato sorprendente: in Consiglio Regionale non ci sono massoni, secondo le autocertificazioni rilasciate dai consiglieri regionali e pubblicate sul sito internet. Una legge regionale impone ai consiglieri e agli assessori regionali una dichiarazione di appartenenza ad associazioni che hanno finalità dichiarate o svolgano di fatto attività di carattere politico, culturale, sociale, assistenziale e di promozione economica, precisandone la denominazione.

Le dichiarazioni dei consiglieri sono tutte pubblicate mentre per 5 assessori non è stato possibile visionarle, in quanto il sito della giunta regione rimanda ad una pagina in costruzione.

L’approvazione della legge non fece molto clamore e, soprattutto, non fu oggetto di polemiche e ricorsi da parte delle logge massoniche. Al contrario, per la legge regionale siciliana dovette intervenire addirittura la Commissione Europea in quanto la norma prevedeva espressamente la dichiarazione di appartenenza o meno alla massoneria, violando potenzialmente privacy e libertà di pensiero.

Allora sorge il dubbio, per chi massone non lo è, che la legge calabrese nella sua formulazione non ricomprende la massoneria tra quelle associazione da dichiarare, come si fa per partiti politici, club service o ancora associazioni di volontariato.

Essere massone non è certo un reato o un disvalore, la dichiarazione è solo un atto di trasparenza e, quindi, a prescindere dalle maglie larghe della norma prendiamo per buono il dato. Convinti anche che nessun consigliere si vergognerebbe di professare una adesione alla quale crede.
Certo, l’assenza di massoni in Consiglio mette in discussione l’assunto spesso dibattuto di un forte intreccio tra la politica e la massoneria che, insieme alla ndrangheta, condizionano i risultati elettorali.

Allora, accanto alla targa posta all’ingresso di palazzo Campanella che declama “Qui la ‘ndrangheta non entra” potrebbe fare bella compagnia quest’altra “La massoneria è fuori dal Consiglio regionale”.

Storico risultato, ma sarà vero?

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