QUALE È LA POSIZIONE DELLA CISL IN MERITO ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA? di Domenico Richichi
In una dichiarazione di Sbarra del 2 febbraio 2023 si legge: “la Cisl non ha posizioni pregiudiziali: una riforma solidale, ben concertata, può aiutare ed elevare efficienza ed efficacia dei servizi, responsabilizzando gli amministratori locali e semplificando tante procedure. Dovrà però rafforzare e non indebolire l’unità e la coesione nazionale “.
… e, ancora, in un’altra dichiarazione del 23 gennaio 2024 sostiene “qualunque processo di riforma istituzionale deve muoversi nel segno di un rafforzamento dell’unità e della coesione nazionale, promuovendo crescita, sviluppo, occupazione, efficacia ed efficienza dei servizi in tutte le aree del Paese … È fondamentale assicurare un confronto aperto e costruttivo con il Governo e con il Parlamento, per apportare modifiche migliorative finalizzate a garantire diritti sociali e di cittadinanza insieme al rispetto della contrattazione in tutta la comunità nazionale. Dovranno essere definiti e finanziati i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), passaggio che la CISL ritiene essenziale, insieme alla definizione dei costi e dei fabbisogni standard, per dare certezza a livelli uniformi di prestazioni sull’ intero territorio nazionale e per rilanciare solidarietà, perequazione, pari opportunità tra tutti i territori”.
È un legittimo politichese che serve, come potrebbe essere comprensibile, a non perdere gli iscritti alla CISL del nord. Ma, lo stare sull’Aventino non ha pagato nel 1922 e non pagherà nemmeno adesso. Sbarra deve pronunciarsi sul decreto legge Calderoli che, non solo, danneggia il Mezzogiorno ma, a lungo andare, danneggerà l’intero Paese perché, facendo impoverire, ulteriormente, il Sud, con la conseguente diminuzione dei consumi, il Nord non avrà a chi vendere la propria produzione e si impoverirà a sua volta. Una legge che manderà nel baratro economico e sociale l’Italia tutta.