Italia politica: il paese di Giufà
L’Italia, il nostro amato Bel Paese, Governo e Parlamento uniti nella lotta, ha
deciso di inviare armi a Zelens’kyj, ma con una piccola e, diciamo, “creativa”
clausola: non possono essere utilizzate per sterilizzare i centri di lancio delle
bombe russe all’interno dei confini della Russia. Insomma, l’Ucraina può fare
un gran bello sparo… ma solo contro sé stessa! Sì, perché, a quanto pare,
l’idea di colpire un obiettivo nemico è un po’ troppo “aggressiva” per il nostro
nuovo metodo pacifista di governo.
Quindi, in pratica, gli ucraini possono lanciare queste armi contro qualsiasi
cosa, purché non sia territorio russo, un carro armato russo o un centro di
comando da dove partono le bombe. Potrebbero anche decidere di impiegarle
per una bella festa di fuochi d’artificio, giusto per dare un po’ di colore alle
serate invernali! O magari, chissà, potrebbero semplicemente accantonarle in
un deposito, in attesa che la ruggine faccia il suo dovere. Che meraviglia! Un
modo originale di fare politica militare: È un vero capolavoro di ironia politica:
l’Italia che si propone come pacifista con un diktat che rende comiche le sue
azioni. Se solo avessimo un po’ più di coraggio, potremmo anche decidere di
inviare un bel pacco di fiori e cioccolatini, giusto per addolcire la situazione.
Ma no, perché farlo? Meglio inviare armi inutilizzabili, così possiamo
continuare a sentirci bene con noi stessi e a dire al mondo che stiamo
“facendo qualcosa”.
In questo strano teatro della politica, dove le armi diventano oggetti decorativi
e le dichiarazioni di intenti si trasformano in gag comiche, ci si chiede: chi ha
bisogno di nemici quando abbiamo un governo così capace di trasformare una
crisi in un’opera di cabaret? Ah, l’Italia di Giufà, sempre pronta a far ridere,
anche quando si tratta di questioni così serie!
Il Gherlo