In Liguria passa il metodo Fratoianni-Conte, ma è uno schema vincente?
La presentazione delle liste in Liguria consegna un quadro politico preoccupante per il Pd.
Se Schlein non rifletterà in maniera seria, la sola ipotesi di una vittoria alle prossime politiche non sarà da prendere in considerazione, purtroppo.
È vero, ha prevalso il veto di Conte, rivoluzionario a Genova e moderato in RAI….tuttavia spiegare la mancata presenza di un centro riformista a sostegno di Orlando alle regionali del mese prossimo, con il veto dei grillini, è riduttivo ed anche fuorviante.
Del resto avere detto soltanto “uniti si vince”, non è servito da monito ai 5 stelle…
E neppure a Fratoianni, che è parlamentare assieme alla consorte, per incredibile concessione di Letta…
E allora?
Serve la politica.
Innanzitutto nelle regioni, come nelle città, devono decidere i gruppi dirigenti locali ed i cittadini: se si fosse fatto un accordo per celebrare le primarie, con più candidati, nessuno si sarebbe potuto sfilare…
Questo è un punto sul quale, incredibilmente, non si discute nel Pd: siamo sicuri che fare ragionare Taruffi&Baruffi dei territori sia la soluzione?
Perché non si indicono le primarie, come da statuto e da storia vincente del centrosinistra, salvo poi utilizzarle per eleggere il segretario nazionale?
Orlando ha giustamente affermato che si sono scaricate sulla Liguria le tensioni nazionali. Concordo, ed allora si decida sui territori, naturalmente dentro una impostazione politica alternativa alla destra ma anche ad un inutile centralismo…
Fratoianni, e non sappiamo la consorte, ha recentemente affermato che decideranno a Roma dello sfidante di Occhiuto…prima che accada come in Liguria…sarebbe bene cambiare metodo e regole di ingaggio.
L’alternativa alla destra si costruisce con le battaglie sociali e la loro traduzione politica, occorrono fatica, ragionamenti e non slogan.
La Meloni, sinora, ringrazia.
E l’Italia sta pagando un prezzo altissimo.
Geronimo
