Per il Poliambulatorio di Gallico si può utilizzare una parte del CIAPI di proprietà regionale
La cronaca rileva soddisfazione per gli esiti dell’incontro tenutosi l’altro ieri, alla presenza della dottoressa Di Furia, direttore generale dell’ASP di Reggio Calabria, durante il quale si è fatto il punto sulle sorti del Poliambulatorio ASP di Gallico. Le dichiarazioni rilasciate dai presenti hanno, infatti, evidenziato un certo grado di soddisfazione da parte dei rappresentati politici e degli amministratori. La dottoressa Di Furia ha espresso considerazioni chiare e sincere, sulle necessità di operare dei tagli imposti dal governo sugli affitti ed ha assicurato che, in attesa di una soluzione appropriata, che consenta di individuare dei locali pubblici in ci trasferire l’ambulatorio di Gallico, lo stesso, almeno per il prossimo anno, non verrà chiuso. Ma, il problema, rimane e c’è il tempo per correre ai ripari, e, sebbene possa prendersi certamente come una buona notizia l’annuncio che la dirigente, cogliendo l’occasione, ha dato ai convenuti del programma di potenziamento dei servizi sanitari nel centro storico da realizzarsi attraverso la ristrutturazione in corso dell’ex EMPAM e della struttura di via Willermin che diventeranno “Casa della comunità”, resta da rilevare che, purtroppo, durante l’incontro, riguardo al Poliambulatorio di Gallico, non sono state discusse soluzioni alternative percorribili, che pur esistono. Gli amministratori e i dirigenti di partito presenti hanno preso atto dei buoni propositi dell’ASP, ma hanno manifestato la preoccupazione che, se i progetti di lungo termine annunciati, venissero realizzati, la zona nord della città rischierebbe di rimanere priva di servizi ambulatoriali e amministrativi dell’ASP.
L’incontro è stato, comunque, utile a chiarire i termini della questione e le prospettive di breve e di lungo periodo in base alle quali ognuno degli attori competenti dovrà assumere delle responsabilità nei confronti della cittadinanza. È evidente, comunque, che, alla luce delle argomentazioni fornite dalla dirigenza dell’ASP, Gallico sembra destinata a essere esclusa dalla localizzazione di una sede della sanità reggina, a fronte di un territorio che conta circa 40.000 abitanti. Resta evidente che la responsabilità di continuare a dotare la zona nord della Città di Reggio Calabria di una struttura sanitaria al servizio dei cittadini non può essere lasciata solo in capo alla dirigenza ASP che ha, prioritariamente, l’obbligo di ottemperare alle disposizioni politiche provenienti dal Ministero e della Regione per i quali occorre perseguire politiche di risparmio, anche, eliminando gli oneri di bilancio derivanti dagli affitti con la conseguente concentrazione degli ambulatori in locali di proprietà pubblica anche se lontani dai territoti da assistere. La responsabilità è anche della politica e nel caso particolare della Presidenza della Regione
In questo contesto, occorre individuare delle prospettive. La Direzione regionale del Partito Democratico, a supporto delle sacre rivendicazioni dei cittadini, fa proprie le preoccupazioni dal PD della città di Reggio Calabria, del Circolo di Gallico-Sambatello, e della Presidenza del Consiglio Comunale della città e propone al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, attuale commissario e responsabile della sanità calabrese, di considerare l’opportunità di trasferire, alla scadenza del contratto di affitto dei locali di Via Quarnaro, se non prorogabile per legge, (così viene riferito dai responsabili ASP), in via temporanea, gli uffici dell’ASP nei locali dell’Arpacal in via Troncovito a Gallico, attualmente sotto utilizzati dalla regione e, per il più lungo termine, di avviare uno studio di fattibilità che abbia ad oggetto l’apertura di una struttura al servizio della zona nord di Reggio Calabria e delle vallate del Catona, Gallico e Torbido, oltre che di Archi e Arghillà, nei locali dell’ex CIAPI di Catona, attualmente, per tre quarti, inutilizzati.
Entrambi i siti indicati sono di proprietà della regione Calabria e, in particolare, la struttura dell’ex CIAPI attende, solo, di essere ristrutturata, un intervento che comporterebbe una spesa comparabile a quella di poco più di un anno o due dell’affitto che grava, attualmente, sulle finanze della sanità calabrese. La cosa garantirebbe, a vita, di avere una assistenza di qualità e di prossimità a tanta cittadinanza.
Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria)