Elly cara
Gentile Segretaria, che ho votato alle primarie per la segreteria, e che, probabilmente, voterò ancora, ho
visto, la piazza di Genova piena di dimostranti per la manifestazione della sinistra che reclamava le
dimissioni di Toti da presidente della regione. Spero che la richiesta sia motivata dalla condanna della
azione politica di Toti in Liguria e non dal fatto che lo stesso sia agli arresti domiciliari per un provvedimento
della magistratura. Se è così mi sta bene, se non è così, c’è da stare attenti in merito a una posizione
differente assunta in Calabria. A Reggio Calabria, infatti, un’inchiesta della Procura ancora in corso, accusa
parte degli amministratori comunali, di scambio mafioso-politico-elettorale avvenuto durante le elezioni
comunali del 2020. Sono incriminati, ma non agli arresti, consiglieri comunali PD, assessori in carica PD e il
sindaco PD di Reggio Calabria. A parer mio, espresso, e tacitamente approvato, nella direzione regionale
Calabria del Partito Democratico di cui faccio parte, il sindaco e la giunta non devono dimettersi. Dobbiamo
dimostrare all’elettorato e ai cittadini italiani ferma e credibile coerenza. Per cui, se per Toti non si tratta di
una scelta riferita ai suoi comportamenti politici ma, semplicemente al suo stato di inquisito, ciò deve
valere anche per Reggio Calabria, cosa su cui non sono d’accordo. Conta o non conta l’articolo 27 della
costituzione? Conta o non conta il nostro codice etico? Dobbiamo essere alla mercé dei magistrati che, a
volte, vedono con occhi obnubilati l’attività politica?
Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria)