Politica

Agazio Loiero continua la sua tardiva campagna contro l’autonomia differenziata

Agazio Loiero continua la sua tardiva campagna contro l’autonomia differenziata e, come un provetto giocatore di poker, alza sempre più la posta nella speranza che a nessuno torni alla memoria la circostanza che lo vide coautore di questa nefandezza.

Oggi, addita la tardività dell’azione del Presidente Occhiuto sul tema. Ieri, ricordava, sempre ad Occhiuto, che i talenti devono incrociare le opportunità e, forse, il governatore era scarso di talenti. Il ministro di Amato di talenti e opportunità ne ha sempre avuti e li ha sempre incrociati con grande spregiudicatezza politica. Ad esempio, nel 1996 fu eletto nelle file del centro destra e nel corso della legislatura riuscì, tomo tomo quatto quatto si imbucò nelle file della sinistra per fare il ministro e partecipare così alla gestazione della riforma del titolo V della Costituzione. Allora, Loiero non intravedeva pericoli per il Sud e la Calabria. Era distratto dai bigliettini che scambiava in Consiglio dei ministri con D’Alema circa la sua candidatura a presidente della regione Calabria. Scalata fallita nel 2000 e riuscita nel 2005 con conseguenze non certo positive per la Calabria, visto che poi fu cacciato a furor di popolo dagli elettori che gli preferirono, per la prima volta con l’ elezione diretta, addirittura un reggino. Forse Loiero aveva incrociato i suoi talenti con le sue opportunità personali, ma la Calabria si imbatté nei talenti di Loiero senza che questi creassero opportunità per i calabresi. Ora, Loiero scopre tardivamente l’autonomia differenziata e, legittimamente, ne parla e ne scrive. Sarebbe opportuna però una profonda autocritica e un gesto vero di scuse, senza nascondersi dietro l’eterogenesi dei fini, anche perché se quella riforma avesse raggiunto l’obiettivo di riportare sotto l’ala della sinistra i ceti produttivi del nord non sarebbe stata meno nefasta per il sud.In realtà, quella riforma non ha conquistato il nord e demolirà il sud. Una Caporetto, un fallimentopolitico totale che, certamente, non possiamo addebitare a Vico o a Pareto: essi non facevano parte del governo, Loiero sì!

Presidenter

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