Politica

La truffa dell’autonomia differenziata

A leggere il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata o si ride, o si piange, o ci si arrabbia in

modo bestiale. Il gruppo del PD alla Camera dei Deputati si sta battendo per la modifica di alcune parti del DdL, ma la maggioranza di destra è compatta nel volere approvare una secessione di fatto, prevista nel disegno leghista, supportata da Forza Italia e dalla presidente Meloni.

In buona sostanza il disegno di legge del Governo, se da un lato richiede la determinazione dei Livelli

Essenziali delle Prestazione (LEP) per tutto il territorio italiano, dall’altro consente la presentazione alle

regioni delle richieste di autonomia differenziata, cioè il distacco della regione richiedente dal resto del

territorio nazionale. Un esempio per chiarire cosa potrà accadere: la Regione Lombardia presenta la richiesta di autonomia per la sanità, dimostrando che con le sue risorse umane, strumentali e finanziarie è in grado di garantire i LEP dal Governo, quest’ultimo ne prende atto e concede l’autonomia differenziata. Qual è la conseguenza pratica di questo provvedimento per i cittadini della Calabria, regione che non gode dell’autonomia perché non in possesso dei requisiti che il Governo non le ha consentito di raggiungere per averle negato i fondi necessari a poterlo fare? La seguente: se un cittadino calabrese ritiene di recarsi in Lombardia per farsi curare, magari per un tumore grave, deve pagare i costi delle cure (per un intervento chirurgico importante, a volte, la cifra supera i 40 mila euro), e, successivamente, tornando in Calabria, deve chiedere il rimborso alla Regione. Regione che, in quanto non ha potuto godere dell’attribuzione dell’autonomia, verosimilmente non sarà nelle condizioni di rimborsare le somme spese dal cittadino. È solo un esempio drammatico che può essere narrato anche per tutte le altre materie previste dell’art. 117 della Costituzione. In pratica questo governo e questa maggioranza sono consapevoli di non potere attivare i LEP che richiedono un investimento annuo do 100 miliardi di euro che l’Italia non ha, ma propone e attiva una legge che consentirà alle regioni ricche di potere usufruire dei vantaggi della stessa a danno delle regioni povere che si trovano al sud:

Precisamente, ecco cosa ci propina Calderoli, il secessionista camuffato da patriota, col suo Disegno di

Legge fatto per prendere in giro il popolo italiano:

Il Disegno comincia con l’inneggiare alla unità d’Italia e, nel contempo, propone una legge che divide

l’Italia in 20 staterelli. Infatti l’articolo 1, comma 1 recita: “ la presente legge nel rispetto dell’unità nazionale

e al fine di rimuovere discriminazioni e disparità di accesso a servizi essenziali…….. definisce i principi

generali per l’attribuzione alle regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di

autonomia…”.

La recita continua, subdolamente, con il Comma 2 dell’articolo 1: “ l’attribuzione di funzioni relative alle

ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia è consentita subordinatamente alla determinazione dei relativi livelli essenziali delle prestazioni”.

Ma, ecco il “cavallo di Troia”: si riserva al presidente del Consiglio dei ministri ogni decisione come previsto dall’art. 2 comma 1 che prevede “L’atto di iniziativa relativo alla richiesta di attribuzioni di ulteriori forme,, ai

sensi dell’art. 116, terzo comma, e deliberato dalla regione ed è trasmessa presidente del consiglio dei ministri che la approva su proposta del Ministro degli affari regionali” reiterato al comma 4 nel quale si legge : ”

I decreti di cui al presente articolo

definiscono le procedure e le modalità per monitorare l’effettiva garanzia in ciascuna regione

dell’erogazione dei LEP in condizioni di appropriatezza ed efficienza l’utilizzo delle risorse ……”

ancora,,

in modo subdolo e ingannatore, si prevede, all’Art. 4 Comma 1 “

Il trasferimento delle funzioni con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie concernenti materie o ambiti di materie riferibili ai LEP può essere effettuato soltanto dopo la determinazione dei medesimi LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard nei limiti delle risorse rese disponibile nella legge di bilancio. Qualora dalla determinazione dei LEP di cui al primo periodo derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica si può procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all’entrata in vigore dei provvedimentilegislativi di stanziamento delle risorse finanziarie volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali delleprestazioni sull’intero territorio nazionale” Con l’espressione “finanza pubblica” sono da intendere i fondi di provenienza dallo Stato e non quelli di cui dispone la regione.

Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria)

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