La Meloni vuole zittire il cardinale Zuppi. Confonde la chiesa con lo stato del Vaticano
Viene in mente l’aria del barbiere di Siviglia, “Una voce poco fa”, dove la bella Rosina nel ritornello canta:
“ma se mi toccano dov’è il mio debole sarò una vipera sarò “, pensando a come la bella Presidente del
Consiglio Giorgia Meloni si è scagliata contro il cardinale Zuppi che l’aveva toccata “dov’è il suo debole”
criticando in modo rigoroso e puntuale la proposta di legge relativa alla modifica della Costituzione, meglio conosciuta come “premierato “. Coi modi velenosi di una vipera, Giorgia Meloni, in un talk show televisivo ha, pubblicamente e ferocemente, in eccepito che, una norma dello Stato italiano non può essere contestata da un Cardinale, esponente del “Vaticano, uno stato che non è una repubblica parlamentare” (sic?). Con lo stesso tono, la Presidente, ha ricordato al cardinale Zuppi, uomo di grandissime cultura esagacia, che la materia relativa alla riforma costituzionale “non interviene tra i rapporti fra Stato e Chiesa” (altro SIC?) e che, quindi, un cattolico della gerarchia non ne può né deve parlare. Alla Presidente del Consiglio è sfuggito il fatto che il Cardinale Zuppi è italiano come lei, non è un esponente del Vaticano, è il Presidente della conferenza Episcopale Italiana, non è un abitante del Vaticano, non è uno straniero termine che a lei fa venire l’orticaria.
Dove è finita la Meloni che in più di una occasione ha manifestato Il suo apprezzamento per il Papa e per la chiesa, vantandosi di essere cristiana (non cattolica’)? Vallo a capire il bifrontismo della presidente del
consiglio, al limite del trasformismo! Non la si critichi, per l’amor di Dio, altrimenti saremo inondati da fiumi di veleno di vipera
Il Gherlo