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“Bagninocrazia” in Calabria per qualche voto Occhiuto e Salvini forse dovrebbero tornare a scuola

In questi giorni, la gestione delle concessioni balneari ha scatenato un vivace

scambio di battute tra il Governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, e il

Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Durante una visita in Calabria,

Salvini ha espresso perplessità riguardo alla delibera regionale che permette

agli stabilimenti balneari di continuare le loro attività senza affrontare la

scadenza delle concessioni, sollevando apparenti contrasti con la direttiva

europea Bolkestein, che impone l’obbligo di gara per tali concessioni.

Occhiuto ha prontamente risposto, affermando che la sua amministrazione

rispetta pienamente le normative comunitarie e che, data l’abbondanza di

spiagge libere in Calabria, la regione non deve sottostare alla direttiva

Bolkestein. La risposta di Occhiuto riflette il suo ritrovato senso di autonomia

regionale, al grido “padroni a casa nostra”.

A “fiumara” il governatore della Calabria vive, nel linguaggio di piazza affari,

uno dei suoi “spike” migliori: “Volevate l’autonomia differenziata? Eccola.” Il

dibattito tra i due politici riflette un’apparente divergenza di opinioni, ma in

realtà entrambi cercano di navigare abilmente le complessità delle norme UE

per affermare la loro capacità di governare in autonomia. Salvini non dice di no

alla delibera, ma sostiene, tra le righe, che ci vorrebbe un provvedimento

statale. Della serie “non lo puoi fare tu perché lo farò io”.

Chi dei due ha ragione? La risposta è nessuno dei due. Su questa vicenda delle

concessioni demaniali, il Consiglio di Stato è intervenuto con copiosa

giurisprudenza per affermare che non si possono prorogare e che le norme in

contrasto con la Bolkestein devono essere disapplicate. Il giudizio è così netto

che le società che si occupano di formare i dipendenti pubblici, nel

pubblicizzare i corsi specifici sul tema delle Concessioni del demanio marittimo,

sottotitolano: “Obblighi di gara e rischi per le amministrazioni inadempienti. Le

sentenze del Consiglio di Stato nn. 4479-80-81 del 20/05/2024 che chiudono

definitivamente alle proroghe. Le impugnazioni delle proroghe illegittime da

parte dell’Autorità Garante Concorrenza e Mercato.”

Che dire di più? La locandina è lapalissiana. Anziché pensare a fare

giurisprudenza, forse è il caso di tornare a scuola.

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