Politica

Riflessioni per la Schlein: il pd lasci i pettegolezzi e guardi agli astensionisti

Il clima sociale che si vive nel Paese, sembra quello del 26 aprile del 1945: fino al 25

aprile, tutti fascisti, dal 26 aprile tutti antifascisti.

Fino a una settimana fa, il 48% degli italiani era antieuropeista, anti euro e pro uscita

dall’Europa, oggi, sono diventati tutti europeisti, a partire da Salvini per finire a

Meloni. I nuovi arrivati, folgorati sulla via di Damasco, cioè sulla via dell’entrata nel

governo dell’Europa, interpretano in modo esemplare il trasformismo che

contraddistingue chi ci governa: nelle due guerre mondiali, abbiamo iniziato la

guerra alleati con una parte dei due nemici in campo, per poi finirla alleati dei nostri

iniziali nemici

Dobbiamo distinguerci dalle bassezze trasformistiche di una destra con il cuore

all’autoritarismo e con l’occhio a Putin, Orban e ai due gemelli polacchi

Kaczynski e proporre le nostre idee che vedono una Europa dei popoli, che debba, finalmente,

dotarsi di una difesa comune con armamenti comuni, che prenda definitivamente

decisioni sui quorum necessari all’assunzione delle deliberazioni del Consiglio

europeo eliminando l’obbligo di unanimità nelle scelte. In questo quadro risalta un

PD, primo partito nel centro sinistra, guidato da Elly Schlein, è, oramai, diventato

sinistra e basta, che, invece di condurre una battaglia autorevole, convinta e

convincente in grado di far conoscere idee e programmi, per farle diventare obiettivo

di riforma dell’Europa, si impantana in una campagna pro dimissioni del presidente

della Liguria, tanto banale quanto ipocrita. Perché concentrarsi su un maldestro

Giovanni Toti motivando l’accanimento con una esigenza di polizia politica,

dimenticando, che governatori della sinistra, già centro sinistra, nel recente passato,

sono stati incriminati dalla magistratura per reati dai quali poi, alla conclusione dei

processi, sono stati assolti con formula ampia? non dimentichiamo che tra i

governatori indagati e posti in custodia cautelare, abbiamo avuto, in Calabria, Mario

Oliverio, che è stato politicamente demolito da un’inchiesta poi rivelatasi un flop

giudiziario, chiuso con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”! E abbiamo perso le

elezioni regionali.

Farebbe meglio, la sinistra, già centro sinistra, a concentrarsi nel chiedersi se sia

veramente lungimirante fare nette scelte di campo al suo interno al punto da inviare

in televisione, spesso, figure troppo caratterizzate a sinistra sui temi dei, cosiddetti,

diritti civili a rappresentare il PD, diventato, appunto, solo sinistra e basta. Non

facciamo altro che inquietare quei moderati che non vanno a votare, in gran parte

cattolici democratici, che ci chiedono più idee sulla Europa eterno cantiere, e meno

propaganda ossessiva su argomenti sui quali non si ritrovano Questa sinistra, già

centro sinistra, prima o poi dovrà fare i conti con sé stessa e decidere se sia saggio

non rivolgersi, per provare ad acquisirne i consensi, alla tanta gente di centro, per

tentare di riportarla a votare, che, stanti così le cose, non vota perché non si

identifica in modo convinto in questo Partito Democratico

Domenico Francesco Richichi (Direzione regionale PD Calabria)

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