Il PD deve affrontare i trasformismi e la debole opposizione ad Occhiuto
Il trasformismo che genera danni parte, purtroppo, dagli enti locali, con la complicità di tutti i partiti. In genere, la compravendita dei candidati inizia al momento della formazione delle liste. Il sistema elettorale “impone “ la presenza di molte liste per attrarre più voti e queste, non solo vengono formate per allocare i meno digeribili dai partiti, ma sono spacciate pomposamente per liste civiche, sfregiando il significato e il senso del civismo democratico. Finite le elezioni, poi si assiste alla seconda e alla terza fase del percorso trasformista. I “civici” eletti, dopo un periodo di attesa, salgono sul carro di un partito minore e continuano a sostenere l’amministrazione, a prescindere dalla collocazione della formazione a cui hanno aderito. Dicono che lo fanno per rispetto degli elettori: balle. Lo fanno per i propri interessi personali e politici, in attesa di capire quale vento spirerà in futuro e per mantenere qualche tozzo di pane che ricevono dalla maggioranza che sostengono. La terza fase è quella, forse, più eclatante: il passaggio dalla minoranza alla maggioranza per tutelare gli interessi della città. Fesserie! Questi passaggi servono a tutelare le miserie umane alle quali spesso la vita ci sottopone. In tutti i casi la responsabilità morale è dei partiti, che consentono queste cose, a priori e l’irrilevanza degli stessi nell’affrontare l’esplosione dei casi politici, a posteriori. I partiti sanno bene che l’istituto delle dimissioni è scomparso dai radar della politica, troppi gli interessi in gioco e, quindi, evitano anche di affrontare l’argomento con i loro eletti, fingono che non esiste. Il caso di scuola è il comune di Catanzaro, ove, da oggi ci sono due Forza Italia: una decisiva per la maggioranza del sindaco e una in minoranza contro il sindaco. Una capeggiata ufficialmente da un Consigliere regionale e un’altra presieduta dal coordinatore provinciale del partito. Si dirà; problema di Forza Italia. E no, i problemi sono in primo luogo del PD. Perché l’elettorato forzista digerisce tutto ed è abituato a tutti, i democratici no. Già mal sopportano la soporifera e inconcludente presenza in consiglio regionale del partito degli “eletti”, capace solo di fare il solletico ad Occhiuto, pensando che gli elettori con i quali rapportarsi siano solo quelli che gli riservano la preferenza e non tutti gli elettori democratici e non tutti i calabresi. Il combinato disposto dell’impercettibile attività legislativa con il trasformismo crescente nelle amministrazioni locali pone un grosso problema al PD calabrese che non può essere eluso a lungo. Certo, è impensabile che la discussione avvenga in questi giorni di campagna elettorale ma, dopo il 9 giugno, se si pensa di costruire una alternativa al centrodestra è necessario cambiare passo, pena l’irrilevanza. Questo passerà inevitabilmente da un’analisi franca dell’attuale situazione e dall’assunzione di una vera e pesante responsabilità.