Tra Occhiuto e Mancuso scoppia la guerra : la miccia innescata dalle imprese funebri
Ora è guerra aperta tra i due Presidenti: Occhiuto e Mancuso.
Occhiuto aveva accettato di rinnovare l’ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, con largo
anticipo, convinto che la mossa avrebbe svincolato Mancuso dalla Lega o almeno questo gli aveva
fatto capire l’esponente salviniano.
In realtà, si è trattato di una trappola nella quale il Governatore è caduto mani e piedi. Strano per
una persona navigata ed astuta quale è il leader forzista. Forse è stato ingannato dai garanti
dell’accordo, forse i mediatori si sono spiegati male o forse l’enorme potere che detiene Occhiuto ha
avuto su di lui conseguenze inebrianti, che ne hanno allargato in modo smisurato la sensazione di
onnipotenza.
Fatto sta che Mancuso, non solo si è “legato” a Salvini con maggiore forza candidandosi al
Parlamento Europeo ma, oggi reclama maggiori poteri ed inizia a fare il Presidente del Consiglio
regionale di quasi opposizione.
In verità alla Calabria necessiterebbe un Presidente imparziale e consapevole del ruolo di garante
prima di tutto dello statuto e dei regolamenti consiliari, ad oggi calpestati. E’ così che il
casus belli
si è originato da una questione minore: la proroga di alcuni termine della legge che regola l’attività
delle imprese funebri. La trattativa sulla proroga è stata concordata tra Cannizzaro, Occhiuto e il
capogruppo Neri, dominus della legge di settore, depositata in aula dal meloniano e comunicata a
Mancuso come si fa con un semplice passacarte e come fatto sempre in passato.
Questa volta però il vertice del Consiglio ha preso capello e, approfittando dell’assenza di molti
consiglieri, ha indotto i leghisti ad uscire dall’aula facendo dichiarare chiuso il consiglio per
mancanza del numero legale. Uno sgarbo politico e personale ai vertici politici e istituzionali di
Forza Italia, più che al sornione Neri. Sarà la Sarajevo calabrese? E l’inizio di una guerra che
caratterizzerà la fine della legislatura dai risvolti imprevedibili? O ritornerà la calma dopo la
tempesta?
Una cosa è certa niente sarà come prima. Rimane l’incognita delle opposizioni, continueranno a fare
gli scrutatori non paganti o avranno la capacità di alzare il livello politico dello scontro, dentro e
fuori il Consiglio regionale? Ai posteri l’ardua sentenza!