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Gli elettori del PD non sanno più “a che Santo votarsi “

Caro Blog, è vero che gli elettori del PD non sanno più “a che Santo votarsi” ma questo non è forse dovuto al fatto che la sua anima centrista, quella che ha le sue radici nella Margherita e, ancor prima, nell’innominabile partito, risulta essere stata ideologicamente sopraffatta?

Sono maturi i tempi per fare un’analisi obiettiva, senza aver timore di dire che tutti gli estremismi, siano essi di destra che sinistra, hanno sempre condotto all’ingiustizia sociale.

Il Partito Democratico era nato con i migliori propositi ma le idee del suo manifesto non potevano camminare sulle gambe di chi, fino al giorno prima, era stato dalla parte sbagliata della storia.

Entrambe le anime del PD avevano un passato che presentava ombre ma, rispetto ai principi democratici, al riformismo sociale, all’europeismo e alla collocazione atlantista, non si sarebbe dovuto fare confusione. 

Lei è nato da poche settimane ma sono certo saprà delle furbe battaglie che negli anni ottanta qualcuno faceva, anche sovvenzionato dall’estero, per invocare il cosiddetto “disarmo unilaterale” o le battaglie contro l’installazione dei missili Nato a Comiso; il tutto – sembra passato un millennio – pretendendo di convincere il prossimo su quanto la popolazione dei paesi del patto di Varsavia fosse felice (qualcuno pensava che il muro di Berlino servisse ad evitare fughe dall’Ovest verso l’Est!)

Ci sono stati esponenti della sinistra italiana benemeriti ma anche altri che non hanno saputo distinguere la democrazia dall’autoritarismo, la libertà dalla privazione dei diritti fondamentali. Non si capisce perché proprio questi leader, in buona fede ma legati ad un passato da rinnegare, dovessero essere impegnati in posizione verticistica nella costruzione di un Paese diverso da quello per il quale avevano combattuto fino al giorno prima.

Sarebbe stato naturale che il Partito Democratico ricercasse la sua credibilità con uomini nuovi o scelti fra coloro che “non si erano sbagliati”. Perché puntare sulla primazia (presunta) delle persone prescindendo dalla loro attitudine a cogliere la complessità della politica?

La citata riforma del titolo V della costituzione è stata una manovra corsara che, in contrasto con gli ideali comunitari, voleva arginare un estemporaneo ed errato sentire autonomistico. Ecco, di nuovo il Partito Democratico è stato portato dalla parte sbagliata della storia. Oggi, ad esempio, abbiamo venti leggi urbanistiche mentre dovremmo ambire ad averne una sola in tutta Europa. E’ stata complicata la vita dei cittadini, si sono perse opportunità per gli operatori economici e, nel fare ciò, ahimè, si è invocata la semplificazione! 

Chi non era lungimirante da giovane avrebbe potuto dare un contributo ma non decidere per tutti!

Il prezzo che paghiamo è la perdita di credibilità, l’effetto è la ricerca di un “Santo” da “votare”. Lo troveremo?  

Antace

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